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Sai riconoscere le tue emozioni?

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    Psicologia a colori
  • 17 apr 2018
  • Tempo di lettura: 2 min


Una delle maggiori difficoltà che riscontro nel mio lavoro e spesso anche nella vita privata, è quella delle persone di riuscire a riconoscere e descrivere le proprie emozioni. Eppure la maggior parte di noi, di fronte ad un sintomo fisico, non manifesta grosse difficoltà a riconoscerlo e comunicarlo con una descrizione abbastanza dettagliata, che sia al proprio medico o ad un amico.

Se partiamo dall’ assunto che le emozioni sono per la mente, l'equivalente di ciò che le sensazioni fisiche sono per il corpo, come mai questa difficoltà?


Eppure le emozioni esistono da sempre, lo stesso C. Darwin riteneva che queste fossero dei residui di risposte un tempo funzionali al processo evolutivo (ad esempio il riso beffardo sarebbe il residuo del ghigno ringhioso con cui l’animale si prepara ad attaccare) ed inoltre abbiamo tantissimi segnali, fisici e comportamentali che dovrebbero aiutarci a riconoscerle.


Si perché, ogni reazione affettiva provoca modificazioni:

- FISIOLOGICHE, investendo funzioni vegetative (come la circolazione, la respirazione, la digestione e la sudorazione) e motorie (con le reazioni di attacco e fuga);

- VISCERALI, che possono manifestarsi con una perdita momentanea del controllo neurovegetativo;

- ESPRESSIVE, con la mimica facciale e con quello che comunemente definiamo linguaggio non verbale;

- PSICOLOGICHE, che possono portare a riduzione del controllo di sé, difficoltà ad articolare logicamente azioni e riflessi, diminuzione della capacità razionale.


In tanti hanno studiato le emozioni cercando di definirle e categorizzarle, uno tra questi è Paul Ekman che nel 1972, osservando una tribù della Papua Nuova Guinea, i Fore, poté notare come le espressioni di base fossero culturalmente condivise e successivamente le distinse in primarie e secondarie. Le emozioni primarie sono innate e sono riscontrabili in qualsiasi popolazione, quindi universali:

RABBIA, PAURA, TRISTEZZA, GIOIA, SORPRESA, DISPREZZO, DISGUSTO


Le emozioni secondarie, invece, sono dovute alla combinazione di due o più emozioni primarie e si sviluppano con la crescita e con l’interazione sociale:

ALLEGRIA, INVIDIA, VERGOGNA, ANSIA, RASSEGNAZIONE, GELOSIA, SPERANZA, PERDONO, OFFESA, NOSTALGIA, RIMORSO, DELUSIONE.


Adesso, siate onesti, quanti di voi alla domanda “Come stai?” rispondono con parole generiche come “bene” o “male” non solo per convenzione ma perché non hanno voglia o non riescono a dare una risposta più “emotiva”?

E se questa domanda foste voi a porvela, quale sarebbe la risposta in questo momento?


Yorumlar


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